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I luoghi di Teodora

LA SUA CASA 
Teodora Fracasso nacque in una casa in piazza San Marco n. 24. Oggi una targa e un'edicola votiva la ricordano.





LA CHIESA IN CUI FU BATTEZZATA 
A quattro giorni dalla nascita la piccola Dora fu battezzata in una chiesa in vico san Marco, alle spalle della cattedrale: la chiesa di San Marco ai Veneziani: era il 21 gennaio 1901. Qui il papà Giuseppe Fracasso era sacrista maggiore della Confraternita S. Maria del Pozzo.





IL GIARDINO
E' più un luogo dell'anima. A soli 5 anni la piccola Dora fa un sogno: vede una bella “Signora” che si aggirava tra filari di gigli fioriti, strappando con una falce d'oro un piccolo fiore, per stringerlo al suo petto, prima di sparire all'improvviso in un fascio di luce. Dopo che la madre le ebbe spiegato il possibile significato di quella visione, Teodora promise alla “Signora” di diventare monaca.



IL MARE
 "La mamma era solita la domenica condurci a passeggio. Ma quale gioia inondava mai il mio cuore quando sentivo che la buona mammina nell'uscire di casa diceva alla sorella maggiore ?conduciamo i bambini alla spiaggia?; nel sentire ciò avrei voluto volare pel gran contento che sentivo. Giuntivi, il mio sguardo si spaziava nel contemplare per lunghe ore l'immensità dell'oceano che tanto bene rivelava la grandezza e la potenza di Dio..."

IL MONASTERO
Il monastero che oggi si può visitare proprio nella via dedicata alla beata Elia di San Clemente è uno dei più antichi in Italia del Carmelitani Scalzi (1646). Fu intitolato a San Giuseppe e Santa Teresa e la sua sede provvisoria fu uno stabile nei pressi del Porto Nuovo. Se già la vita di clausura comporta delle restrizioni, per le prime carmelitane scalzi della città di Bari ci fu qualche difficoltà in più: un manoscritto di Sr. M. Rosa di Gesù Bambino conservato dalla fine dell'800 nell'Archivio del Monastero rivela, per esempio, che il coro era privo d'inginocchiatoi e  le finestre sfornite d'intelaiature e di vetri.
Questa prima fase della storia del monastero fu caratterizzato dal priorato della Ven. Madre Francesca Teresa di Gesù, al secolo Donna Giovanna De Morra, principessa napoletana entrata in clausura e soprannominata per il suo rigore la « regola vivente ».Il suo primo monastero era stato il più antico di Napoli (S. Giuseppe a Pontecorvo) e di lì fu designata per  fondare quello di S. Teresa alle Quattro Fontane di Roma (1621) e quello di Lecce (1631) intitolato ai Santi Nicola e Teresa.
Dal 1710 le monache aprirono un educandato con l'autorizzazione di papa Clemente XI. Molte delle ragazze che studiavano presso questa struttura entravano in clausura. Nel 1888, quando in tutt'Italia furono soppressi i monasteri, grazie all'impegno e al coraggio di due carmelitane - Sr Angelica Teresa e Sr Maria Maddalena - la comunità si trasferì per un po' presso le Suore Stimmatine a Modugno, (Bari) e poi, desiderose di fondare un nuovo monastero nella chiesa di san Giuseppe fino alla sistemazione definitiva nello stabile della  via De Rossi, sede che inaugurata il 14 agosto 1901. Le monache erano già ventuno. Nello stesso anno era nata Teodora Fracasso, futura Sr. Elia. 

Annesso al monastero sorse anche l'educandato. Ma come conciliare vocazione alla clausura con missione educatrice? La nuova fondazione, con rescritto del 7 aprile 1902, fu riconosciuta come Casa religiosa di Carmelitane Scalze,  Le Religiose aspiravano a far parte pienamente del secondo Ordine Carmelitano, ma questo riconoscimento fu loro concesso il 21 aprile 1932, con dispensa circa il limite di monache (sappiamo che la santa Madre Teresa preferiva piccole comunità). Ai tempi di Sr. Elia fu concessa clausura vescovile e soltanto in seguito alla Costituzione apostolica «Sponsa Christi» si ottenne poi, con decreto pontificio del 31 gennaio 1953, di emettere i voti solenni e di istituire la Clausura papale minore.